Perché i consigli non funzionano. Il valore dell’autonomia nel counseling

A volte, quando dopo lunghe riflessioni, una persona decide di confidare le sue preoccupazioni a qualcuno di cui ha fiducia, lo fa con la recondita speranza di ricevere un consiglio. Il solo pensiero di ottenere un’indicazione sul da farsi da parte di una figura di riferimento considerata esperta o saggia, fa sentire immediatamente alleggeriti, come quando si prende una pastiglia nella speranza che possa eliminare il fastidio in modo immediato e senza fatica.

È però frequente che chi riceve un consiglio poi ne resti deluso. Questo può succedere perché, una volta superato il primo entusiasmo, la persona non lo percepisce più adatto a sé e di conseguenza non gli dà seguito; oppure lo applica ma una senza reale convinzione e implicazione; o ancora il consiglio, anche se messo in atto, non dà i risultati sperati e la responsabilità viene attribuita a chi lo ha suggerito. Tutto questo è abbastanza normale perché qualunque consiglio proviene dalla visione del mondo, dal sentire e dal sistema dei valori dell’altro, il quale normalmente è diverso dal proprio. Il consiglio esterno inoltre spegne sia la responsabilità che la creatività del diretto interessato, rinforza un senso di dipendenza e sminuisce il potere personale.

Il risultato finale di questo è che la persona si ritrova al punto di partenza, con la differenza che ora non può tornare da chi l’aveva aiutata in precedenza.

Le uniche risposte valide ai dubbi sono quelle che maturano nell’interiorità della persona stessa e che mettono in armonia le convinzioni, i desideri, i pensieri e le emozioni che le appartengono. Un contributo reale, perciò, è quello che aiuta l’individuo a far emergere e maturare tutto questo.

È per questo motivo che nel counseling non si danno consigli ma si aiuta il cliente a fare chiarezza sul suo problema, su come vorrebbe sentirsi una volta risolto e a pervenire a una strategia di soluzione che egli stesso metterà a punto, nella quale crederà fortemente e per la realizzazione della quale sarà disposto a profondere tutto il suo impegno, aumentando di conseguenza le possibilità di successo.

Il counseling si basa sulla convinzione che ogni persona è l’unica che sappia di cosa veramente abbia bisogno per stare bene e che sia in grado di autorealizzarlo, con le proprie risorse e capacità e con gli aiuti esterni che saprà trovare. Counselor e cliente stanno sullo stesso piano e non in una situazione di disparità in cui c’è il maestro da una parte e il discente dall’altra. Il counselor aiuta il suo cliente a individuare le risorse e le possibilità che egli non riesce a vedere, e a credere in esse. Lo spinge inoltre a sentirsi responsabile delle proprie iniziative e azioni e a sviluppare la sua creatività. Il risultato è un percorso che rafforza le capacità di scelta e di autodeterminazione della persona, che dunque non ritorna al punto di prima ma si muove lungo un percorso di crescita personale e di partecipazione progressivamente più attiva alla costruzione della propria realtà.

Se vuoi saperne di più o sperimentare di persona in cosa consista questo percorso di crescita e miglior gestione della qualità della tua vita, contattami.