In cosa consiste dunque il fatto di fissarsi su una convinzione malsana? Consiste nel distinguere, nell’orizzonte delle possibilità, solo le due eventualità estreme: lo scenario peggiore e quello migliore. Le possibilità intermedie non esistono. Normalmente, dal momento che quando realizzo il lavoro di trasformazione delle credenze, interagisco con una persona che arriva in stato di crisi emozionale, il peggio viene percepito da questa molto più prossimo e probabile mentre il meglio è considerato assurdo e irraggiungibile, e questo a lungo andare può logorare alla base le sue speranze.
A cosa serve dunque ricordare che tra il meglio e il peggio c’è tutto un ventaglio di altri eventi che potrebbero accadere? Serve a vedere ben chiaro che il nostro tremendo malessere dipende da un pensiero, qualcosa di impalpabile, passeggero, senza radici, che può andare e venire come una nuvola in base al fatto che noi stessi lo richiamiamo o smettiamo di prestargli attenzione. Prendiamo gli eventi, li proiettiamo nella peggior luce possibile e poi ci soffriamo sopra. Possiamo rovinarci il presente per il fatto di correre dietro a queste fantasie, a questi oscuri presagi sul nostro futuro. Certo tutti preferiremmo vivere senza la minima difficoltà ma anche nelle circostanze più difficili abbiamo sempre il nostro spazio di scelta, per decidere in che luce vogliamo vedere quello che sta succedendo.
Torniamo alla situazione di Claudio, introdotta nell’articolo Distinguere le convinzioni “sane” da quelle “malsane”, afflitto dalla convinzione malsana di non essere abbastanza intelligente per avere successo negli studi universitari. Insieme eravamo pervenuti alla formulazione di una convinzione più sana.
Convinzione malsana | Convinzione sana |
Non sono abbastanza intelligente. Se mi iscrivo all’università sicuramente fallirò. | Ho tutte le capacità, la motivazione e la carica per studiare le materie che davvero amo e ottenere ottimi voti. Forse non eccellerò in tutte, ma sicuramente ho le risorse e l’aiuto intorno per provare e vedere se quella è davvero la mia strada. |
Anche qui, come nel caso di Lara, Claudio è molto tentato dal fatto di seguire il suo desiderio ma è frenato da un boicottaggio interiore. Al pari di lei, chiede perciò di trovare dentro di sé uno spazio per andare oltre il suo blocco, verso il suo reale desiderio.
La frase sana lo fa sentire molto sollevato, gli permette di vedere che ha davvero un’opportunità da cogliere e questo è un certamente un buon inizio. Ma ci vuole un altro ingrediente perché questo scenario più favorevole possa diventare una nuova realtà interiore: che Claudio possa crederci davvero. Una volta formulato il pensiero sano infatti, capita che la persona lo rilegga è dica «Sì, sarebbe una bella cosa poterci credere, ma non ci riesco, è troppo lontano dal mio modo di pensare di oggi». Si tratta di una cosa assolutamente comprensibile, a volte il salto tra la percezione della realtà attuale e quella sognata è troppo grande e non può compiersi con un semplice atto di volontà. La persona però deve per lo meno volerci credere, desiderare di poter pensare un giorno in quel modo più sano e volersi impegnare per fare in modo che ciò accada concretamente (Kaspar, 2018). In estrema sintesi, tra i tanti “paesaggi” possibili decido di scegliere il migliore, quello che mi fa stare meglio, so che ora sembra lontano ma io voglio andare in quella direzione. Nel prossimo articolo vedremo come convertirlo nel nostro nuovo modo di pensare.
Se vuoi approfondire l’argomento o se trovi difficoltà nel poter credere a uno scenario più sano per i tuoi obiettivi e il tuo star bene, contattami.
Bibliografia
Kaspar C., 2018, Il metodo Simonton anticancro, Feltrinelli
Foto di Luciana Giordo