Aprire a nuovi scenari e trovare convinzioni più “sane”

Nei precedenti articoli abbiamo visto quanto sia importante, nel momento in cui stiamo attraversando una crisi emozionale, isolare i pensieri che la provocano e comprendere se questi siano sani  o malsani per il nostro benessere. Il passo successivo consiste nell’aprire a nuove possibilità. Spesso infatti pensiamo in termini dicotomici in base ai quali o è tutto bianco o è tutto nero e da questa prospettiva ci sfuggono tutte le altre ipotetiche sfumature che la realtà potrebbe assumere.

Torniamo per un momento all’esempio di Lara, introdotto nell’articolo Dal malessere emozionale alle convinzioni che lo mantengono. Ella non sapeva che direzione far prendere al proprio futuro, dal momento che vita professionale e relazioni sentimentali le apparivano incompatibili a causa delle seguenti convinzioni: 

« Sono vulnerabile, mi sento indifesa»
«Mi abbandoneranno e mi ritroverò di nuovo da sola»
«Non posso fidarmi degli altri e scoprirmi perché il mio nocciolo è troppo fragile»
«La mia relazione di coppia sarà come quella che ha vissuto mia madre, che ha fatto la madre e basta»
«Una relazione seria mi toglierebbe la libertà di studiare, viaggiare, fare esperienze»
«La vita di coppia e la mia voglia di crescere e scoprire sono incompatibili»

Se andiamo all’essenza di questi pensieri, possiamo individuare due punti chiave. Il primo è dato dalla convinzione di essere troppo fragile per poter affrontare il fallimento di una relazione; il secondo è dato dalla certezza di perdere se stessa e le proprie aspirazioni nel caso in cui decidesse di vivere una relazione sentimentale. Dunque il ragionamento può sintetizzarsi così:

  • dal momento che se mi lasciassero non potrei sopportarlo, meglio stare da sola: o soffro o sto da sola;
  • dal momento che la vita di coppia sarebbe troppo limitante meglio stare da sola: o soffro o sto da sola.  

Se Lara fosse a suo agio con questi ragionamenti non ci sarebbe niente da dire né da fare, ma il problema è che la sua solitudine la rende comunque infelice. Si sente in trappola e dopo tanti anni che gira intorno a questo dilemma, non riesce più a trovare una soluzione, perché vede il problema sempre uguale a se stesso.

Possiamo dunque provare a guardare alle cose in modo diverso, e aprire il campo delle possibilità. È infatti possibile che Lara viva una relazione felice e di lunga durata oppure che trovi una persona con la quale, dopo un periodo più o meno lungo, non sentirà più di stare bene; ha già vissuto molto tempo da sola, ha viaggiato e lavorato in città diverse, nelle quali ha accumulato esperienze e amicizie, e in buona parte si trova a suo agio nella sua vita da single; inoltre la sua numerosa famiglia d’origine la ama profondamente, dunque nel peggiore dei casi non resterebbe certo da sola; ha un lavoro che le piace e tanti progetti per il futuro ai quali vorrebbe dedicarsi. Avrebbe bisogno di rafforzare la sua fiducia in se stessa e riconoscere che realmente ha le risorse e il sostegno intorno a sé per affrontare qualunque cosa la vita potrebbe portarle. In questo modo le sue convinzioni malsane potrebbero essere trasformate in queste più sane:

Convinzioni malsane

Convinzioni sane

Sono vulnerabile, mi sento indifesa.

Ho momenti di forza e momenti di fragilità, come tutti, e va bene così. Concedermi di essere fragile mi rende forte. Posso amarmi così come sono.

Mi abbandoneranno e mi ritroverò di nuovo da sola.

È possibile che io possa vivere una relazione felice, ricca e appagante per molti anni. Se il mio partner deciderà di lasciarmi, avrò sempre me stessa, i miei progetti, la mia famiglia, i miei amici e tutto l’amore intorno per continuare a godere di ogni singolo giorno.

Non posso fidarmi degli altri e scoprirmi perché il mio nocciolo è troppo fragile.

Posso mostrarmi per quella che sono scoprendo i miei punti di forza e le mie ferite alle persone che amo. Non mi affido ma condivido, e se sento che la mia fiducia è malriposta, sono io che dico basta.

Nella riformulazione delle convinzioni precedenti, ho cercato di aiutare Lara innanzitutto a far pace con il fatto che a volte si sente fragile e anche un po’ inadeguata per questo. Ammettere la propria fragilità e amarsi comunque, per come si è, dà moltissima forza, ed è di aiuto anche vedere che ogni essere umano non è O forte O fragile, ma che ha diritto di sentirsi E forte E fragile in base ai momenti e a ciò che vive. Passare dalla logica del O-O a quella del E-E può spalancare la porta all’accettazione di noi stessi e, per questo, metterci le ali.

In generale la soluzione alle paure non è quella di cercare di chiuderle in un cassetto, dal momento che lo sforzo di non pensarci le mantiene particolarmente presenti e pressanti. E anche fare sforzi titanici per evitare un evento che tanto temiamo, consuma molte energie e in più ci crea frustrazione, perché non possiamo controllare la vita. Quello che sì possiamo fare è:

  • agire d’anticipo, elaborare cioè una strategia che ci permetta di essere preparati a gestire il peggiore dei casi;
  • rafforzare la fiducia che se arriverà il momento di affrontare le situazioni temute, potremo contare sulle nostre risorse;
  • essere consapevoli che qualunque cosa succederà non saremo soli, ma ci saranno persone a nostro fianco, familiari, amici e professionisti, che tengono a noi e che sono sempre pronti ad aiutarci.

Queste sono le ragioni per le quali nelle convinzioni sane pensate per Lara, ho messo l’accento sulla fiducia che qualunque cosa possa accadere, lei potrà trovare tutta la forza interiore e l’aiuto per gestire ciò che la vita porterà, sia nella migliore delle ipotesi che nella peggiore.

Nel caso ci fossero dei dubbi riguardo il fatto che una frase riformulata sia veramente sana, Lara potrebbe ripetere il test delle domande di Maultsby: potrà così capire di trovarsi davanti a un pensiero sano se potrà rispondere di sì ad almeno tre dei cinque quesiti.

Vale le pena sottolineare che la ristrutturazione delle convinzioni malsane è qualcosa di diverso dal pensiero positivo. Quando formuliamo le corrispondenti frasi sane non diciamo «Si realizzerà solo quello che io desidero», ovvero nel caso di Lara «Avrò una relazione che mi renderà felice»,  così come accade nel pensiero positivo. Nel pensiero sano specifichiamo sì il nostro desiderio «È possibile che io possa vivere una relazione felice, ricca e appagante per molti anni», ma non ci attacchiamo a quell’obiettivo, si tratta di una possibilità tra tante, certo la più auspicabile ma non l’unica. E tra la sua idea di felicità assoluta e il timore di una infelicità estrema, Lara potrebbe scoprire mille altre sfumature delle quali oggi non è ancora a conoscenza. Si tratta di aiutarla a creare uno spazio affinché possa smettere di farsi bloccare dalle paure e possa concedersi di vivere le avventure dell’esistenza facendone diretta esperienza. Perché in fondo la richiesta che lei mi fa è proprio questa.

Una credenza come «Avrò una relazione che mi renderà felice» non soddisfa il test delle domande di Maulstby nel punto in cui chiede se la nostra convinzione sia basata sui fatti. Non è basata sui fatti perché è innanzitutto riferita al futuro, e in secondo luogo perché potrebbero avvenire molte altre cose. In queste condizioni sarà difficile trasformare la nostra visione malsana in un pensiero positivo, perché la nostra mente difficilmente sposa ciò che non soddisfa le logiche della ragione. Inoltre attaccandoci a quell’unica possibilità, nel caso in cui non dovesse verificarsi, sarebbe davvero un disastro che potrebbe portarci a dubitare seriamente di noi stessi.

Nel pensiero sano, dal momento che siamo ben consapevoli di non conoscere che cosa ci riserva il futuro, ci prepariamo al fatto che potrebbe verificarsi una pluralità di scenari dal più vantaggioso per noi al più temuto, e questo sì è qualcosa basato sui fatti. Apriamo dunque l’orizzonte delle possibilità e lavoriamo sul rafforzamento del valore, dell’importanza e della fiducia che diamo a noi stessi e alle nostre capacità di affrontare ogni eventualità.

Dopo questi ulteriori chiarimenti, forse ora appariranno più chiare le altre frasi malsane di Lara che abbiamo trasformato in questo modo:

Convinzioni malsane

Convinzioni sane

La mia relazione di coppia sarà come quella che ha vissuto mia madre, che ha fatto la madre e basta.

Mia madre ha la sua vita e la sua storia, le quali sono diverse dalle mie. Posso prendere atto delle su scelte, amarla, e seguire il mio personale cammino.

Una relazione seria mi toglierebbe la libertà di studiare, viaggiare, fare esperienze.

Io non mi lascio imprigionare. Dalla mia libertà posso incontrare quella dell’uomo che amo per costuire un nido accogliente a cui tornare dopo i nostri voli solitari e liberi. E questo pensiero mi dà gioia e leggerezza.

La vita di coppia e la mia voglia di crescere e scoprire sono incompatibili.

Sono solo io che posso decidere se e come cambiare la mia vita. Questo mi fa sentire fiduciosa e forte.

In questi casi, ciò che aiuta Lara a tornare in una posizione di forza è pensare che lei sia padrona delle sue scelte, le quali verranno prese per realizzare il suo benessere in ogni circostanza. Ancora una volta, si tratta di aiutarla a sentire che non c’è niente di predeterminato, e che dentro di sé ha potere di trovare una soluzione, qualunque cosa succeda.

Che sensazioni provate al leggere le frasi sane? Avete sensazioni più o meno piacevoli rispetto alla lettura dei corrispondenti pensieri malsani? Dopo un lavoro così intenso, nel quale la persona è andata a fondo del suo malessere, ha trovato “le spine” che le creavano il dolore, ovvero le convinzioni malsane, e ha proceduto, da sola o con l’aiuto di un esperto a trasformarle in convinzioni più sane, dovrebbe sentirsi molto più sollevata e carica, pronta a concedersi nuove opportunità per riprendere in mano la propria felicità. Se queste saranno le sue senzazioni, vorrà dire che abbiamo speso bene il nostro tempo e che ora lei dispone di un nuovo e potente strumento che però potrà dare tutti i suoi frutti solo se usato con regolarità, come vedremo nei prossimi articoli.


Nota: il Counseling non è psicoterapia, né un intervento di cura o un’attività sanitaria. Il Counseling è una professione disciplinata dalla Legge n. 4 del 14 gennaio 2013.

Bibliografia

Kaspar C., 2018, Il metodo Simonton anticancro, Feltrinelli

Maultsby M. C. (1990), Rational Behaviour Therapy, Rational Self-Help Aids/I’ACT, Appleton (WI)

Foto di Arek Socha da Pixabay

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