La cura, ossia la spinta ad agire per garantire il bene dell’altro in risposta a un suo bisogno è qualcosa di connaturato alla condizione umana e di fondamentale per l’esistenza stessa. Nell’antica Grecia il termine “cura” poteva declinarsi in varie accezioni dell’agire. Si parlava di cura delle necessità vitali dell’altro, cura del fiorire della sua anima e cura nel lenimento della sua sofferenza fisica, morale, esistenziale.
Ma ancor prima di un agire la cura è uno stare, un accompagnarsi e un sostenersi nell’esperienza del vivere, una presenza umana sollecita e attenta verso la fragilità e la vulnerabilità di un altro essere a cui si attribuisce il più grande valore. La cura è perciò un modo di essere, nel crescere un figlio, nell’assistere un genitore anziano, nell’educare un allievo, nell’essere premurosi verso un malato.
La cura è la forma che prende la relazione tra esseri umani che cercano il bene e per questo parliamo di relazione di cura. Senza relazione la cura non è possibile, diventa mera tecnica.
La qualità della relazione può influenzare in modo determinante l’efficacia di qualunque strumento, terapeutico o educativo.
Le conoscenze che nel tempo si sono andate accumulando, rivelano che la relazione di cura, per essere efficace e arricchente, sia per chi la riceve che per chi la presta, deve avere determinate caratteristiche e accortezze. E non si distingue più la cura del corpo da quella dell’anima, dal momento che a oggi sappiamo che l’uno è riflesso nell’altra e che entrambe devono essere in armonia per permettere una vita che valga la pena.
In questa sezione degli Approfondimenti racconteremo quali siano quelle direttrici della relazione di cura realmente efficaci e salutogeniche per tutte le persone che a essa si dedicano.
Per saperne di più vedi i seguenti articoli:
L’amore, la vicinanza e ogni gesto di cura ci richiamano alla vita.
Foto di Joshua Hoehne da Unsplash