Nel metodo Simonton il focus principale è certamente sulla gioia, ma il raggiungimento di un ben-essere reale e duraturo passa anche dal chiarire che cosa nella nostra vita consuma energie che invece dovremmo dedicare a ciò che ci fa stare bene. Oltre alla Lista della gioia dunque, è bene fare attenzione alle grandi e piccole cose e avvenimenti che ci producono rabbia, dolore, frustrazione, senso di oppressione e altre sensazioni di cui faremmo volentieri a meno.
L’intenzione è fare chiarezza per capire cosa toglie gusto alla nostra esistenza al fine di ridurre, se non di eliminare del tutto il tempo che dedichiamo ad attività, persone o situazioni che ci fanno stare male.
Questo lavoro diventa particolarmente importante se siamo in presenza di una malattia, che ci richiede di usare in modo saggio le (a volte) scarse energie disponibili per orientarle verso la guarigione. E in questo senso, è il problema di salute stesso che, a parte le innegabili paure e disagi, può portare inaspettati vantaggi: le richieste sul lavoro e da parte dei familiari diminuiscono, siamo molto più coccolati di prima, non abbiamo più orari, non dobbiamo andare a pranzo dalla suocera ogni domenica, possiamo concederci di dedicarci a curiosità e passioni che prima venivano sempre rimandate, ecc. Una volta riconosciuti gli effetti collaterali positivi della malattia, dovremo poi decidere se e in che modo vogliamo mantenerli anche una volta ritornati in forma.
La situazione di “pausa” che spesso si vive quando si affronta un problema di salute, può inoltre diventare un’occasione per fermarci, chiederci quali aspetti della nostra vita non fossero soddisfacenti in passato e decidere se per il futuro vogliamo continuare sulla stessa strada o fare un salto di qualità verso una vita più piena e soddifacente nella quale sentirci finalmente e veramente vivi.
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Ogni momento di frustrazione è prezioso per comprendere meglio i nostri bisogni.
Foto di Antonios Ntoumas da Pixabay