Aiutare in modo efficace se esiste un problema di salute

Chi si trova coinvolto in una richiesta d’aiuto desidera naturalmente essere efficace. Se inoltre il contributo è rivolto a una persona che sta attraversando un problema di salute, la questione è ancora più delicata e diventa particolarmente importante sapere qual è la direzione verso cui muoversi.

Come abbiamo avuto modo di vedere nei vari articoli dedicati alla relazione tra pensieri, emozioni e corpo, è molto importante favorire quella costellazione di sentimenti, convinzioni e comportamenti capaci di ridurre al massimo la risposta fisiologica da stress e di focalizzare l’attenzione sulla gioia e sul momento presente. In altre parole, il compito principale consiste nell’aiutare la persona a spostarsi da quegli stati mentali ed emozionali che la indeboliscono verso gli stati mentali ed emozionali che facilitano i processi di ritorno all’equilibrio del sistema psicofisico. L’obiettivo è raggiungere quegli spazi di spinta vitale di cui abbiamo parlato nell’articolo Stati mentali, stati di salute e spazi di scelta.

Naturalmente il primo attore responsabile dello spostamento dallo Spazio di distress allo Spazio di spinta vitale è la persona che sta male. Ed è bene che chi ha un ruolo di sostegno non lo dimentichi, per evitare di farsi carico di compiti e decisioni che spettano al malato e che se delegati rischiano di indebolirlo, come vedremo nei prossimi articoli.

In particolare, è molto importante per i professionisti della salute avere consapevolezza di quali siano gli Spazi di spinta vitale verso i quali orientare il cammino della persona, soprattutto se consideriamo quanto le loro parole e atteggiamenti pesino sulla fiducia e sulle speranze di chi viene assistito. La modulazione appropriata di questi strumenti permetterà loro di poter esplicare tutta la loro efficacia terapeutica non solo sul piano fisico ma anche su quello emozionale, così strettamente legato al primo e determinante per ritrovare il benessere.

Le considerazioni che faremo nei prossimi approfondimenti varranno comunque anche per i familiari, gli amici, i volontari e altre figure di supporto. Quante più persone dell’ambito sanitario, familiare, sociale di chi è malato sapranno “sintonizzarsi” su questi fattori di facilitazione per la salute, tanto più agevole sarà per la persona realizzare questo “spostamento”. Come già abbiamo visto quando abbiamo parlato delle più recenti linee guida per l’eccellenza nella cura del cancro (ma la sostanza del messaggio riguarda ogni tipo di patologia) l’insieme di abilità comunicative e di supporto empatico dello staff nelle strutture assistenziali vengono considerate parte del protocollo terapeutico e incluse nella formazione di ogni figura professionale che entra in contatto diretto con il paziente e con i suoi familiari.


Nota: il Counseling non è psicoterapia, né un intervento di cura o un’attività sanitaria. Il Counseling è una professione disciplinata dalla Legge n. 4 del 14 gennaio 2013.

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Foto di Sasin Tipchai da Pixabay

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