Sentirsi in buone mani

A seguito della comunicazione di una diagnosi di cancro o di un’altra malattia che riteniamo minacciosa per la nostra sopravvivenza, sentiamo immediatamente di lasciare la nostra vecchia vita perché ora stiamo entrati a piè pari in una situazione di emergenza. La paura è il grande nemico in queste circostanze, attiva l’asse dello stress che altera il buon funzionamento dell’organismo, e può generare una forte ritenzione idrica capace di produrre un peggioramento dei i nostri sintomi. Cerchiamo istintivamente e con urgenza degli appigli per non essere trascinati via dagli eventi e metterci al sicuro, nel tentativo di risolvere o quantomeno arginare il problema. Il primo e più importante di questi appigli è il medico. Continue reading

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Vita, scelte e salute. Qual è la strada giusta per me?

«Di che cosa avrei voglia adesso?». Magari di un bel bagno in mare, di polenta con i funghi o di abbracciare un albero. O forse di dormire, di bere una grappa accompagnata da un cioccolatino, o di sentire l’odore di qualcuno. Oppure di scendere dai tacchi per tuffarmi nelle mie adorate pandaciabatte. Qualunque sia la riposta, la cosa fondamentale è chiederselo, spesso, a più riprese durante la giornata. Perché? Partiamo dall’inizio.

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Dalla malattia al malato: nuovi criteri di eccellenza nel modello di cura

Ho sentito a più riprese clienti che hanno ricevuto una diagnosi di cancro dolersi per il fatto che i loro terapeuti curino abitualmente la malattia ma non il malato. Dal punto di vista emozionale e di vicinanza umana si sentono profondamente soli con la loro angoscia, ma non trovano il coraggio di esprimerlo durante le visite, hanno la sensazione di rubare tempo al medico, di essere inopportuni, di chiedere la luna. Continue reading

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